Vicenza, 1974
Maria Elisabetta Novello ha trovato nella componente strutturale essenziale del suo lavoro, la cenere, il modo di concepire la sua poetica artistica. Lei agisce con segni precari e minimi sugli indizi di memoria antropologica privata e pubblica, sociale e relazionale.
Novello raccoglie il suo materiale e lo restituisce silente ma attraversato da un’azione responsabile, con una nuova identità e una nuova immagine. Quello che le interessa evidenziare è ciò che si trova nel mezzo tra la sua poetica e il materiale, ovvero tra quello che c’è tra il contenuto e la forma, l’individuale e l’universale, la privata apparizione e la collettività.
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